mercoledì 24 dicembre 2008

Un metodo per trovare informazioni

Guardando qualche dato sull'emarginazione, mi sono accorto che le informazione che vengono raccolte provengono principalmente da questionari a risposta si o no, e risposta multipla o da interviste strutturate, dove le domanda sono molto mirate e non lasciano una libera interpretazione al soggetto intervistato.
Invece ho notato che non viene usata, o viene usata in modo limitata l'intervista narrativa, che consiste in questo caso, di trovare delle informazione grazie a delle storie di vita raccontate da alcuni soggetti, che vengono ritenuti dall'intervistatore utile per trovare quel tipo d'informazione che gli serve.
Bisogna dire che il questionario e l'intervista strutturata sono semplici da costruire, sono veloci da fare (una persone risponde in breve tempo), consentono di intervistare un grande numero di soggetti ma non riesce ad andare il profondità e rimane solo sulle questioni superficiali.
Mentre l'intervista narrativa, è impegnativa da costruire, richiede parecchio tempo (un'intervista di questo tipo dura anche delle ore), consente di intervistare un numero ridotto di soggetti, ma permette di andare in profondità, di trovare le cause che hanno provocato l'emarginazione e di focalizzare il contesto dove sono i soggetti coinvolti.
Forse proprio per questi motivi è poco usata, perché richiede fatica e tempo, però consente di avere dei risultati utili per trovare informazioni.

L'immagine qui sopra, rappresenta un esempio di intervista strutturata, dove il soggetto che domanda "what are you doing? - cosa stai facendo? " ottiene una risposta "digging a hole to italy! - io sto scavando un buco in Italia!", però questa domanda non riesce ad ottenere le informazioni, per quale causa sta scavando quel buco, il soggetto poteva chiedere invece "ti posso chiedere che cosa rappresenta?" come avrebbe chiesto una persona che faceva un'intervista narrativa.

1 commento:

miki88 ha detto...

quanto affermi e vero buon natale felice 2009 marty