I Luoghi dove noi abitiamo e viviamo li facciamo noi.
Adesso vi spiego il perché; i luoghi in cui viviamo, derivano da una nostra rappresentazione mentale, infatti è per questo che non tutti hanno la stessa idea di luogo.
Però questa nostra idea di luogo, si traduce poi in azioni concrete, quindi se noi nella nostra mente pensiamo un paesaggio come aperto ed inclusiva, dove le persone non vengono emarginate, perché si pensano senza differenze, in teoria anche le nostre azioni dovrebbero cambiare quando ci troviamo di fronte magari lo straniero, il disabile, ecc.
Il passaggio da un'immagine di luoghi chiusi ed esclusivi a quelli aperti ed inclusivi, è abbastanza complicato, soprattutto con la nostra cultura che tende a delimitare ed a costruire delle cortine di ferro sui confini, però questa è a mio avviso una sfida molto interessante.
3 commenti:
Ciao!!Tu hai parlato di limiti, di barriere che la nostra cultura e le singole persone,mettono come punto di confine tra una cultura ed una'altra. Il concetto che si deve diffondere,però,è quello che questi confini non sono vere barriere anzi,a dirla tutta non si vedono neanche,sono solo linee immaginarie,che si possono tranquillamente abbattere,per favorire l'integrazione e l'accettazione del diverso.
la globalizzazione è un processo di esclusione sociale....
ti consiglio di andare a vedere il servizio sui rom e i ciechi di ieri sera su mtv di pif nel programma che conduce.per quanto riguarda il post,non sono completamente in sintonia.
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