martedì 27 gennaio 2009

I luoghi li facciamo noi


I Luoghi dove noi abitiamo e viviamo li facciamo noi.
Adesso vi spiego il perché; i luoghi in cui viviamo, derivano da una nostra rappresentazione mentale, infatti è per questo che non tutti hanno la stessa idea di luogo.
Però questa nostra idea di luogo, si traduce poi in azioni concrete, quindi se noi nella nostra mente pensiamo un paesaggio come aperto ed inclusiva, dove le persone non vengono emarginate, perché si pensano senza differenze, in teoria anche le nostre azioni dovrebbero cambiare quando ci troviamo di fronte magari lo straniero, il disabile, ecc.
Il passaggio da un'immagine di luoghi chiusi ed esclusivi a quelli aperti ed inclusivi, è abbastanza complicato, soprattutto con la nostra cultura che tende a delimitare ed a costruire delle cortine di ferro sui confini, però questa è a mio avviso una sfida molto interessante.

lunedì 19 gennaio 2009

Io non faccio niente


Oggi parlando con alcuni amici, sule persone disabili, è venuto fuori un aspetto importante, che mi ha provocato molto, che è sulla vita sociale che hanno i diversamente abili.
Andando avanti con il discorso, abbiamo parlato di casi concreti, di persone disabili del nostro paese in cui viviamo, cioè di Santa Maria di Sala, non posso dire i nomi per la privacy, e abbiamo visto che a parte alcune attività in parrocchia, queste persone non sono inserite nel tessuto sociale del paese, in poche parole vivono in una condizione di isolamento.
La cosa che mi ha provocata è stata la domanda, ma noi cosa facciamo per aiutarli ad venire fuori da questa condizione di emarginazione? le nostre risposte sono state NIENTE, e ci siamo resi conto che è anche colpa nostra, perché come diceva la canzone di Jovanotti- Salvami "l'indifferenza è il più grave peccato mortale".

mercoledì 14 gennaio 2009

Tante domande e nessuna risposta

In questi giorni mi sono fatto delle domande, e non sono riuscito ad trovare delle risposte, e le volevo condividere con voi, per vedere se potevarmi aiutare.

Le domande sono:
1) Esiste una materia che tratta educazione contro l'emarginazione?
2) Se esiste, quali soggetti la dovrebbero fare (es. la scuola, comune, ecc.)?
3) Conoscete qualcuno che ha fatto questa materia?
4) Secondo voi è necessaria questa materia?

Ma la domanda principale che mi sono fatto è se "l'emarginazione si può prevenire?".

sabato 10 gennaio 2009

La fretta


La fretta è nemica di qualsiasi relazione con i soggetti più deboli a partire dal bambino, al portatore di handicap, all’anziano. Ma la fretta è nemica anche di noi stessi, che non sappiamo più camminarci accanto lentamente per lasciarci il tempo di intessere un dialogo interiore che ci aiuti a capire quello che siamo, quello che vogliamo veramente. La fretta ci impedisce di ascoltare e di relazionarci uno con l’altro. La fretta rende impossibile qualsiasi dialogo o rapporto umano. La fretta, la parola più usata nei nostri incontri (“scusami devo andare sono di fretta…”).

martedì 6 gennaio 2009

Un altro buon progetto


Vi voglio fare conoscere un altro bel progetto che è Telestrada (un progetto della Caritas Diocesana di Catania), la prima web tv di strada italiana, con una redazione composta da senza fissa dimora, operatori e volontari.
La web tv di strada vuole rappresentare una voce indipendente e che completa il lavoro dei mass media.
Telestrada dà voce ai protagonisti della strada, persone che vivono quotidianamente il disagio di non avere una casa, che sono ospiti dei dormitori e delle mense per i poveri della Caritas. Saranno loro in persona a raccontarsi e a raccontare le storie dei loro compagni di viaggio.
Il progetto Telestrada rappresenta un’importante opportunità per gli esclusi e gli emarginati. Un giornale può dare voce a storie sconosciute, gettare una luce su vite che altrimenti rimarrebbero nell’ombra, e contribuire a modificare i luoghi comuni tramite cui le persone comuni considerano gli emarginati.

Vi lascio il suo sito internet www.telestrada.it/ e anche l'indirizzo del loro canale su You Tube it.youtube.com/user/telestradatv.

sabato 3 gennaio 2009

Un progetto a 5 stelle


Continuando il discordo del post precedente, vi voglio fare vedere un esempio di un buon progetto che è Scarp de'tenis.

Nato nel 1994 per intuizione di un pubblicitario, Pietro Greppi, è stato sostenuto ben presto da Caritas Ambrosiana e da Cgil-Cisl-Uil provinciali di Milano, oltre che da altre associazioni del territorio. Dopo una breve interruzione, è tornato sulla strada nel 1996, edito da cooperativa Oltre, promossa da Caritas Ambrosiana: da allora ha inanellato 121 numeri senza pause, al ritmo di dieci uscite all’anno. Scarp è diffuso e scritto da persone gravemente emarginate e senza dimora, persone che conoscono o hanno conosciuto la vita di strada, i dormitori, l’esclusione, la difficoltà di un reinserimento sociale e lavorativo. Per costoro è un’occasione di espressione, di affermazione della propria dignità, di lavoro, di integrazione del reddito, di ricostruzione delle capacità relazionali. Ciascuno dei venditori e molti degli autori sono seguiti, nel percorso di recupero e reinserimento, da operatori e servizi Caritas.

Questo secondo me è un buon progetto, vi lascio il suo sito internet http://www.scarpdetenis.it/